Mai come nel 2017, lo storico nome della manifestazione romana dedicata alla piccola e media editoria è suonato come un invito da cogliere. Eravamo tutti più liberi di muoverci all’interno del Roma Convention Center La Nuvola, di esplorare, di scoprire, di tracciare traiettorie tra stand e proposte, autori, generi, editori. Eravamo liberi tra i libri di quell’editoria «minore» che fa variegato ed eterogeneo il nostro settore. Eravamo – noi editori, addetti ai lavori, lettori, avventori e curiosi d’ogni genere – liberi perché tanti, e diversi. Eppure parte di un progetto culturale, solido e longevo, che nella maestosa cornice architettonica concepita dai coniugi Fuksas ha trovato un volano di notorietà e uno spazio per sprigionare il suo potenziale.

Per 15 anni Più libri più liberi è stato incubatore e vetrina della piccola e media editoria italiana: punto d’incontro con il pubblico dei lettori, laboratorio permanente e forum di formazione e di confronto. La fiera e l’eterogeneità del panorama indipendente sono cresciute di pari passo, stimolandosi a vicenda ed espandendo l’una i confini dell’altra, rendendoli sempre più generosi e frastagliati. Una dinamica che, nel successo della sedicesima edizione – quello sweet sixteen preparato meticolosamente e atteso, assieme, con gioia e timore – ha trovato la sua consacrazione. Un’indicazione chiara, ineludibile, del fatto che si stesse procedendo nella giusta direzione.

Si è trattato di un’edizione da record, fa sempre piacere ricordarlo. A partire dalla location d’eccezione, che ha consentito allo spazio espositivo dedicato agli editori di passare da 2 mila a 3.500 metri quadri, più un intero piano di 5 mila metri quadri che ha ospitato spazi comuni e stand collettivi e un auditorium da 1.800 posti. Durante Più libri, la Nuvola è stata abitata da circa 500 editori (erano stati 360 nel 2016); dinamizzata da un programma culturale esuberante e da uno professionale altrettanto interessante; riempita dai passi, dagli sguardi, dal vivace interesse di oltre 100 mila visitatori: il doppio rispetto all’edizione precedente.

Che questo successo non arrivi dal nulla (e che, ancora, si tradurrà in un impatto positivo sull’intero settore) si capisce anche – e forse soprattutto – dal rapporto che la fiera ha instaurato con gli editori, alcuni dei quali hanno aderito alla sua chiamata sin dalla prima edizione. È il caso di EDT: «E non avrebbe potuto essere altrimenti» racconta Lorenzo Pompei, responsabile vendite e marketing della casa editrice.

«Siamo nati nel 1976 come editrice specializzata in saggistica musicologica, ma presto abbiamo ampliato il nostro orizzonte: prima con la pubblicazione di racconti e reportage di viaggio, poi dando l’avvio all’edizione italiana delle celeberrime guide turistiche Lonely Planet. Negli anni, mantenendo e sviluppando la musicologia, la narrativa e la saggistica legata alla conoscenza del mondo, abbiamo avviato – con il marchio Giralangolo – un fortunato catalogo dedicato a bambini e ragazzi (dai cartonati per i primi anni fino alla narrativa Young Adult) e siamo approdati alle proposte in tema food, dove – alle guide a ristoranti e osterie – si affiancano titoli che affrontano l’immenso territorio del cibo in tutte le sue articolazioni».

Un ventaglio di prodotti editoriali decisamente ampio, che l’approccio «verticale» di una fiera di settore può forse esprimere al meglio, ponendo l’accento anche su quei libri meno rappresentati sugli scaffali. «Oggi EDT si colloca al quarto posto nella classifica dei marchi editoriali indipendenti per volumi di vendita in libreria ed è leader di mercato dell’editoria turistica con i marchi Lonely Planet e Marco Polo. Il suo punto di forza è aver costruito un catalogo che esprime una molteplicità di interessi e di passioni, senza rinunciare all’originalità della propria ricerca editoriale, anzi mantenendo nel corso di tutti questi anni il piacere per il lavoro artigianale che fin dall’inizio ha guidato le sue scelte. E in fiera – a Più libri più liberi come alle altre alle quali partecipiamo – portiamo tutta la poliedricità delle nostre pubblicazioni, prediligendo quelle aree editoriali che normalmente trovano meno spazio in libreria».

Se il cambio d’indirizzo non ha avuto impatto sulla selezione editoriale concepita per la manifestazione, l’edizione 2017 ha rappresentato sicuramente un’esperienza positiva per la casa editrice. «Oltre alla location sicuramente più attraente per il pubblico, ritengo che la novità più rilevante sia stata quella degli spazi espositivi più ampi, razionali e performanti» ha commentato Lorenzo Pompei. «Più libri più liberi è da sempre una fiera in cui il rapporto con il pubblico non è solo ed esclusivamente di natura commerciale, nonostante il periodo sia quello commercialmente più rilevante. E anche quest’anno ci ha visto soddisfatti sotto molteplici aspetti: non ultimo quello delle vendite».

Per queste ragioni lo sguardo al futuro, a Più libri più liberi 2018, non può che essere sereno: «Dalla prossima edizione ci attendiamo la prosecuzione di quel lavoro e di quella cura che ha fatto crescere la manifestazione in questi 16 anni».


Questo è un articolo della newsletter di Più libri più liberi a cura del Giornale della Libreria, per consultarla clicca qui.