Oltre 102 mila persone hanno varcato dal 6 al 10 dicembre l’ingresso del Roma Convention Center La Nuvola per visitare la sedicesima edizione di Più libri più liberi. Un numero (e numeri più in generale: espositori, eventi, spazio e strutture disponibili, qualità emozionale dello spazio architettonico…) che già in sé contiene una nuova dimensione qualitativa dell’evento. Non più «fiera» ma «evento» dedicato all’editoria – e quell’editoria che si muove sempre più su linee di ricerca e di sperimentazione – e alla cultura nel senso più ampio del termine. Il palinsesto degli incontri, i temi affrontati sono lì a dircelo, così come gli incontri sold out e le lunghe code all’ingresso.
Certo, ha giocato in questo «salto quantico» – dai 50.760 ingressi del 2016 ai 102.179 del 2017 – la location, il fatto che il pubblico potesse entrare per la prima volta in un’opera architettonica innovativa e fascinosa, Ma ci restituisce anche un segnale forte di cosa, oggi, i lettori chiedono a una manifestazione (fieristica). Spazi ricchi di glamour, eventi capaci di coinvolgerti ed esclusivi, editori e titoli che puoi trovare solo lì e non nella libreria sotto casa.
Diventa allora interessante chiederci chi è stato il pubblico di questa edizione. E possiamo rispondere a questa domanda con una certa precisione, perché Più libri più liberi è una delle poche (l’unica?) manifestazione libraria in cui viene compiuta, ogni due o tre anni, una rilevazione del profilo del pubblico, in collaborazione con l’Università di Tor Vergata e grazie al lavoro di un gruppo di studenti coordinati da Francesca Vannucchi e dall’Ufficio studi Aie. Qual è stato, allora, il pubblico di Più libri più liberi 2017? Quale il profilo del visitatore?
– È stato un pubblico prevalentemente femminile: 62% vs 38%.
– Un visitatore che si colloca nelle fasce mediane di età: il 43% ha tra 25 e 49 anni.
– Proviene, per il 62% dal comune di Roma (era il 72% nel 2015) e per il 38% da altre località del Lazio o del Paese: 24% (rispettivamente 12% e 16% l’anno precedente), segno di una capacità attrattiva che progressivamente si allarga su una scala non più solo metropolitana o regionale.
– È un pubblico fedele alla manifestazione: il 49% dichiara di esserci già stato in anni precedenti. Ma è interessante che nel 2015 questo valore era del 41% e del 44% nel 2011. Segno che si è stati capaci di riportare una parte dei visitatori alla manifestazione facendo recuperare il ricordo di una precedente esperienza. Più libri fa parte del vissuto dei lettori, della città e dei suoi cittadini.
– Il fatto ancor più importante è però un altro. Abbiamo, con l’ultima edizione, un 51% che dichiara di visitare la fiera per la prima volta. Si passa da 22 mila a 52 mila persone che incrociano una produzione e un’offerta editoriale e culturale che forse prima non conoscevano. Il trasferimento della dal Palazzo dei Congressi a La Nuvola, la sua trasformazione da fiera a «evento», la comunicazione, il programma… hanno saputo raggiungere, intercettare un pubblico certamente diverso e portarlo a contatto con editori, progetti editoriali, collane, autori, incontri che prima (nonostante i livelli di studio e professionali medio alti) non avevano modo di conoscere.
– Un pubblico che non è composto da «non lettori» o «deboli lettori» (nel complesso, sono il 7% ed erano il 5% nel 2015: segno che, sia pure in misura marginale, la manifestazione ha tutte le potenzialità per intercettare un pubblico di cui si può rafforzare l’intensità di lettura), ma da forti e fortissimi lettori.
– Così come Più libri mostra le sue capacità di intercettare quelli che, fuori dalla fiera, sono deboli e occasionali acquirenti di libri: il 6,2% nel 2015, l’8% lo scorso anno.
– I fortissimi acquirenti (quelli che comprano più di 12 libri all’anno) passano, invece, dal 51% del 2011, al 64% del 2015, al 63% del 2017.
Ma quanto compra questo pubblico? Tra le domande che poste agli intervistati ve ne erano alcune che puntavano a capire se e quanto avevano comprato e speso. Il 14% afferma che «non ha acquistato e non acquisterà» nella parte rimanente della visita (sono circa 12 mila persone; nel 2015 erano il 19%). Ma un altro 31% (quasi 32 mila persone in proiezione) dichiara di non aver ancora acquistato ma che certamente acquisterà almeno un libro prima di uscire: nel 2015 erano il 26%). Infine c’è un 54% che affermava di aver già acquistato dei libri (una percentuale in linea con quella di due anni prima: 55%). Anche qui, in proiezione (al netto di bambini e ragazzi) parleremmo di 48-49 mila persone. È interessante il fatto che chi dichiara di aver comprato indica un «sacchetto medio» composto da oltre 3 libri, con una spesa media di 36 euro (11 a prezzo medio di «scontrinato»).
Questa rilevazione – come le precedenti – non sarebbe stata possibile senza Francesca Vannucchi dell’Università di Tor Vergata e dei suoi studenti, quest’anno: Alessio Martorelli, Silvia Poggi, Giorgia Ragona, e Roberta Setale.
Questo è un articolo della newsletter di Più libri più liberi a cura del Giornale della Libreria, per consultarla clicca qui.