In questi anni ultimi anni il segmento «guide di viaggio», costituito in realtà da diversi sottosegmenti, si attesta su una quota di mercato nei canali trade (librerie, librerie di catena, banco libri della Gdo, store online con l’esclusione di Amazon) attorno al 3,4%-3,3% a valore di copertina mentre scende di poco in termini di quota: dal 2,9% del 2012 al 2,7% del 2017.
Perde poco meno di 2 milioni di euro a valore (dai 38,5 milioni del 2012 a circa 36-37 milioni in tutto il periodo successivo), ma circa 342 mila copie, al netto di Amazon.
Appare cioè come un settore sostanzialmente stabile a valore e in termini di quota di mercato ma caratterizzato da un calo costante in termini di numero di copie lungo tutto il periodo considerato, quasi con una regressione lineare.
È indubbio che il settore risente di alcuni elementi strutturali che da più o meno tempo riguardano gli italiani e gli «strumenti» per il viaggio. La scarsa, storica, abitudine di mettere in valigia o nello zaino la «guida» o gli strumenti cartografici; i fattori legati alla spesa turistica – nel quadro delle spese complessive delle famiglie – e di un contesto percepito di instabilità internazionale e di «paure» nel viaggiare (non a caso l’aggregato per destinazioni Italia+Europa rimane sostanzialmente stabile mentre cala quello mondo, con un -1,3%); la disponibilità crescente di risorse e contenuti digitali da usare nell’attività di viaggio su lunghe, medie, brevi destinazioni, oppure materiali turistici e per escursioni messi a disposizione gratuitamente dalle amministrazioni locali e dalle proloco.
Gli editori stessi dai loro siti hanno sviluppato in questi anni l’opportunità di comprare la classica guida turistica spacchettata per capitoli di una destinazione (come, per esempio, una città d’arte), un itinerario che prevede più mete anche appartenenti a guide tradizionali.
Il mantenimento della quota di mercato a valore è stato possibile attraverso dei ritocchi nei prezzi di copertina che in molti casi hanno dovuto scontare carte e confezionamenti speciali che questi prodotti richiedono, con investimenti e costi superiori alla media dei prezzi di copertina dei libri.
In questo contesto i piccoli editori (fino a 10 milioni di fatturato e non appartenenti a gruppi editoriali) coprono tra l’84% e l’85% del mercato nei suoi diversi sottosegmenti. Quello delle guide turistiche generali dedicate a un Paese, o a una città (circa il 90% del mercato a valore), un altro 2,5% generato da guide a ristoranti e pub e da frasari e dizionarietti turistici, quasi un altro 7% da guide e mappe per escursionisti e per ciclisti, che appare come un segmento in leggera crescita anche se dai valori economici contenuti (non arriva a 2 milioni di euro). Un piccolo sottosegmento in cui lavorano molte piccole case editrici con un raggio d’azione a volte semplicemente locale ma che subiscono in maniera più marcata le criticità distributive nei punti vendita fisici e quelle determinate dalle pubblicazioni gratuite degli assessorati al turismo regionali o comunali.
Le slide, presentate durante l’incontro Le eccellenze della piccola editoria: l’editoria turistica e di viaggio che si è svolto a Più libri più liberi 2018, sono disponibili e liberamente scaricabili alla pagina dedicata all’evento, nella sezione Presentazioni di questo sito.
Di Giovanni Peresson
Questo è un articolo del Giornale della Libreria.