«Quella del libraio e dell’editore sono due professioni distinte che hanno una motivazione in comune: la voglia di condividere quello che amano leggere» racconta Gabriele Nero. Non sapendo cosa scegliere, le due professioni ha deciso di farle entrambe, aprendo una libreria e poi una casa editrice nel cuore di Valencia: El Doctror Sax. Un progetto indipendente dalla dichiarata connotazione beat che quest’anno espone per la prima volta a Più libri più liberi. Affascinati da un percorso editoriale che parte da Torino per concretizzarsi in Spagna, abbiamo deciso di intervistarlo, per raccontarne la storia e i libri.

Partiamo dalla libreria.

L’ho aperta nel 2013 e ho voluto darle una forte identità beat, intendendo con questo termine non solo gli scrittori della Beat Generation, ma in un senso più ampio tutta la letteratura di rottura, quel filo invisibile che parte da Aristofane, passa da Rabelais e arriva a Bukowski. Non nego che comunque la Beat Generation rappresenti uno dei movimenti che più mi ha influenzato, e aprire una libreria beat suppone avere come riferimento la fantastica City Lights di Lawrence Ferlinghetti, che oltre ad essere il punto d’incontro di Ginsberg e soci, era l’editore che li pubblicava. Il passaggio alla casa editrice, avvenuto nel 2016, è stato totalmente naturale e fondato sullo stesso spirito e gusto per la condivisione di una letteratura «diversa», che ha il coraggio andare contro il pensiero comune, il pensiero dominante.

Che libri pubblica El Doctor Sax?

La nostra linea editoriale ha il suo fulcro nel talento, per quanto puro, marginale o folle possa essere, ed è per questo che la ricerca di nuove voci corre parallelamente a quelle di altri autori del passato, che hanno saputo sfidare la morale del proprio tempo. In una parola, beat secondo la definizione di Gregory Corso, per cui: «il beat è qualunque uomo, qualunque uomo che rompa il sentiero stabilito per seguire il sentiero che ha scelto».
Abbiamo cominciato pubblicando classici dimenticati della letteratura: da Radiguet a Carnevali, passando da London a Twain e Flaubert. A tutti questi testi abbiamo dato una nuova veste grafica e, collaborando con traduttori sparsi per il mondo, nuove traduzioni e in alcuni casi anche dei saggi introduttivi. Poi abbiamo continuato con la collana di letteratura contemporanea Crazy Diamonds, con Luca Buoncristiano autore di Album Rotto e Libro Rotto, Federico Febbo con il suo romanzo Opera Iniqua e Daniele Mattei con il suo Guerra, fresco di stampa.
Abbiamo inoltre una collana di libri bilingue per l’infanzia che si chiama Pinguino Rosa, diretta dall’illustratrice Natalia Verginella e una serie di pubblicazioni d’arte dedicate alla street art di Valencia. A Più libri abbiamo presentato il nostro primo libro d’artista: Pro Cedere – Dura Arte di Aldo Taranto

Quali sono le caratteristiche di una casa editrice che si muove tra più aree linguistiche, e quindi tra più Paesi e mercati?

Sfruttiamo al massimo le nuove tecnologie. Per esempio ci serviamo del print-on-demand e cerchiamo un contatto diretto con il libraio , lasciando depositi a condizioni vantaggiose. Anche perché non ci interessa essere in tutte le librerie, ma solo in quelle che credono nel nostro progetto editoriale e lo sanno valorizzare.
Grazie alle nuove tecnologie riusciamo a collaborare con traduttori, scrittori, illustratori e fotografi dalla Corea agli Stati Uniti, ed ognuno di loro ci permette di raggiungere nuove librerie e quindi nuovi lettori.

Il futuro?

Il 2019 sarà pieno di belle sorprese per i nostri lettori. Per i classici stiamo facendo un lavoro di traduzione comparata su Pessoa che uscirà in spagnolo e in italiano. La copertina sarà di Riccardo Cecchetti, l’illustratore che ha pubblicato gli albi su Olivetti, Gigi Meroni e Bruce Sprinsteen per Il Becco Giallo. Proprio con il maestro Cecchetti stiamo lavorando ad un grande classico italiano per bambini, rivisitato con le sue illustrazioni. E poi usciremo con un altro classico di Conrad e un libro di articoli su John Fante.

Come sono le fiere del libro spagnole?

La realtà fieristica spagnola è molto frammentata, anche a causa del multilinguismo interno. A Valencia abbiamo 3 o 4 fiere del libro: quella delle librerie, quella delle case editrici indipendenti, quella dei libri in valenciano e quella del libro di seconda mano. Solo la fiera di Madrid, nella suggestiva cornice del Parque del Retiro, è uno spaccato (mai parola fu più adatta) dello stato dell’editoria spagnola, dove confluiscono le grandi e piccole case editrici da tutta Spagna e anche dal Sud America.

di Alessandra Rotondo

Questo è un articolo del Giornale della Libreria.