«L’unica fiera dedicata espressamente ai piccoli editori qui in Francia è L’autre livre, che si svolge negli stessi giorni della Paris Bookfair ed è organizzata dall’associazione omonima che raggruppa più di 260 editori indipendenti francesi. Esistono poi altri eventi distribuiti nel corso dell’anno, come il Salon du livre d’expression populaire et de critique sociale che ha luogo ogni primavera ad Arras, nel nord del Paese…»
Con queste parole Dorothy Aubert – fondatrice insieme a Marie Trébaol di Belleville éditions – inizia a fare un quadro della situazione delle piccole e medie case editrici francesi per il nostro quarto appuntamento alla scoperta delle realtà editoriali straniere (dopo la statunitense New Directions Publishing e le inglesi Dedalus Books e Granta e Portobello Books).
Come avviene anche in Italia, si tratta spesso di case editrici che, con coraggio e curiosità, si spingono a esplorare nuove tematiche e nuovi autori, andando a occupare anche nicchie di mercato lasciate scopertedai grandi gruppi.
«In Francia questo è vero in particolare per la narrativa straniera – continua Aubert –. In un mercato dominato dai gruppi editoriali maggiori e dalle loro strutture di distribuzione, le piccole e medie case editrici devono trovare il modo di continuare a lavorare e svilupparsi, per così dire, ai margini».
Belleville éditions è proprio una di queste realtà: una giovane casa editrice specializzata nella pubblicazione di titoli di narrativa straniera e che ha iniziato la sua attività alla fine del 2015 con una raccolta di racconti brevi della scrittrice turca Seray Şahiner. Ha continuato il suo percorso negli anni seguenti pubblicando quattro libri nel 2017 e altri quattro nel 2018. «Per il prossimo anno contiamo di aumentare il numero di titoli che daremo alle stampe. Oggi i titoli in traduzione rappresentano il 100% della nostra produzione, soprattutto di autori del Medio Oriente, del Sud America e dell’Europa dell’Est. E abbiamo anche una collana interamente dedicata alla narrativa femminista. Il nostro obiettivo è quello di aprire una finestra sul mondo e far conoscere al pubblico francese voci e culture diverse dalla nostra».
Obiettivi che hanno portato la casa editrice a guardare spesso ad autori di Paesi lontani geograficamente dalla Francia, ma senza perdere l’interesse per la produzione editoriale più vicina, come quella italiana. «Autori come Elena Ferrante (ovviamente!), Milena Agus, Alessandro Baricco ed Erri De Luca sono molto conosciuti e apprezzati dai lettori francesi – continua Aubert – così come alcuni autori le cui opere sono diventate ormai classici della letteratura, come Italo Calvino. I rapporti tra le case editrici italiane e francesi è da sempre molto forte e speriamo che la collaborazione possa rafforzarsi ulteriormente nel futuro».
E questo è ancora più vero se pensiamo che l’Italia è il secondo Paese al mondo verso cui la Francia vende più diritti di traduzione dei propri titoli (il primo è la Cina). L’importanza di sviluppare e incentivare i rapporti tra i due Paesi ha portato all’ideazione e alla realizzazione di diversi momenti di scambio, come per esempio il ciclo di incontri organizzato dal Bureau international de l’édition française (BIEF), con la collaborazione dell’Institut français e la partecipazione dell’Associazione Italiana Editori, che si è tenuto tra Roma e Milano a luglio di quest’anno.
Questo è un articolo della newsletter di Più libri più liberi a cura del Giornale della Libreria, per consultarla clicca qui.