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Fabio Del Giudice. «Sinergie, professionalità, futuro: da fiera a evento culturale»

29 novembre 2018

«Il grande successo della scorsa edizione di Più libri più liberi non l’avevamo previsto del tutto. Così come la grande trasformazione della fiera, che abbiamo visto a poco a poco concretizzarsi sotto i nostri occhi» racconta il direttore della manifestazione Fabio Del Giudice. «Il nostro progetto, dalla nascita nel 2002, era quello di organizzare una fiera del libro dedicata ai piccoli editori. Con il passaggio a La Nuvola e tutto quanto ne è conseguito, “fiera del libro” diventa una definizione incompleta, limitante per descrivere ciò che Più libri più liberi è oggi».
Oltre 100 mila visitatori, una copertura mediatica che ha dominato le agende dei network romani e nazionali, migliori risultati di vendita e crescente soddisfazione da parte degli editori espositori: l’edizione 2017 ha lasciato in eredità un bilancio sorprendentemente positivo. A pochi giorni dalla riapertura de La Nuvola, l’identità di Più libri più liberi è definita eppure in divenire: non dimentica dei quindici anni al Palazzo dei Congressi né della sua missione primaria, ma pronta a fare di più – e meglio – con la stessa passione.

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Non è più (solo) una fiera del libro, insomma?

Nel corso della passata edizione, con il passare dei giorni e l’arrivo del pubblico, abbiamo capito che quello che stava succedendo, a Roma, aveva l’aspetto e la consistenza di un evento culturale di dimensioni nazionali, se non internazionali.
Da un lato, la nuova sede ci ha consentito di sviluppare il nostro progetto con una maggiore versatilità. Dall’altro, la capacità di comunicazione acquisita dalla fiera nel corso degli anni, nel 2017 ha in qualche modo rotto un argine.
Roma è difficile da coinvolgere dal punto di vista comunicativo, ma l’investimento voluto in tal senso da AIE – legato anche alla curiosità globale rivolta al gioiello architettonico dei coniugi Fuksas – ha raggiunto davvero l’intero tessuto urbano della capitale. Per la prima volta, in città, si parlava di un evento culturale così come di solito si parla del derby.
Se lo sforzo comunicativo di AIE ha fatto «arrivare» forte e chiara la fiera al territorio, romano e nazionale, in cambio ha accresciuto la sua autorevolezza come interlocutore. Vale a dire che grazie alla crescita della manifestazione – e dell’impegno di Aie nel portarla avanti – l’Associazione è oggi un soggetto ancor più autorevole sul territorio. Capace, in qualunque momento lo desideri, di proporre e vedere accolte istanze nuove, legate tanto alla manifestazione in sé quanto ad altri progetti.

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Un lavoro di grandi sinergie?

Assolutamente. Negli ultimi anni, la capacità della manifestazione di aggregare risorse intellettive e partner è incredibilmente aumentata. E non mi riferisco solamente all’aspetto economico. Tanto più il progetto cresceva, tanto più c’era il desiderio da parte di soggetti autorevoli di collaborare alla sua realizzazione: un tratto – quello della capacità di aggregare istituzioni culturali, territoriali, scolastiche, aziendali – che Più libri ha sempre presentato in maniera distintiva, ma che il passaggio a La Nuvola, il passaggio da fiera a evento culturale, hanno reso esponenziale. Un risultato, vale la pena ricordarlo, conseguito grazie alla caparbietà dell’Associazione Italiana Editori nello sviluppare un progetto che all’inizio sembrava impossibile.

E le grandi professionalità dietro la fiera?

L’elemento essenziale e fondamentale di Più libri è la professionalità. E l’ho imparato sulla mia pelle, perché quando ho iniziato a lavorare al progetto, diciassette anni fa, la prima cosa che ho dovuto fare è stata acquisire le competenze specifiche per la gestione di un organismo estremamente peculiare.
La nostra manifestazione ha avuto la capacità, nel tempo, di attrarre alcune tra le migliori professionalità in campo fieristico ed editoriale disponibili in Italia, e di coinvolgerle in un progetto soddisfacente e appassionante, ancorché complesso. Il gruppo di lavoro che coopera alla realizzazione della fiera è affiatato: lo dimostra la capacità, lo scorso anno, di gestire senza particolari timori il cambiamento. E condivide con me l’attenzione alla sostenibilità economica del progetto, cruciale per la fiera come per qualunque progetto imprenditoriale.

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Il futuro?

Il trasloco ne La Nuvola, lo accennavo prima, ci ha guidati lungo un percorso di presa di coscienza che converge sulla manifestazione che vogliamo essere e sviluppare. Senza dimenticare il nostro obiettivo fondativo, che rimane la valorizzazione dell’editoria indipendente.
Quest’anno abbiamo individuato in un più accentuato e connotato sviluppo della «parte business» la direttrice della nostra crescita, a partire da quel programma di convegnistica professionale che da sempre costituisce parte integrante di Più libri. La fiera, forte di una vocazione culturale sempre più capace di coinvolgere il pubblico dei visitatori, ha parimenti le potenzialità per diventare un grande appuntamento b2b, a livello nazionale e internazionale. Nascono da questa consapevolezza il Business Centre e il Club B2B, dove le aziende di settore potranno incontrare gli editori. E un potenziato Rights Centre, grazie soprattutto all’aiuto di ICE-Agenzia, della Regione Lazio, della Camera di commercio di Roma e della Commissione Europea che cofinanzia ALDUS, la rete delle fiere del libro coordinata da AIE di cui Più libri è parte.
Contemporaneamente, già da quest’anno, abbiamo cercato di sviluppare la capacità della fiera di dialogare con l’estero: un aspetto che approfondiremo sicuramente nelle prossime edizioni e che ci porterà sempre più a esplorare la vocazione internazionale di Più libri.
La terza linea di sviluppo che ha orientato e orienterà le nostre azioni è una sempre più accentuata attenzione per il pubblico dei lettori più giovani. Più libri più liberi è probabilmente l’unica manifestazione editoriale italiana – a parte la Bologna Children’s Book Fair, che ha però una quasi esclusiva caratterizzazione professionale – dove l’editoria per ragazzi (e la programmazione pensata per il pubblico più giovane) è fortemente presente: un segmento fondamentale del nostro settore, capace di esprimere ottime idee e ottima qualità. Abbiamo da sempre coltivato questa peculiare attenzione e, probabilmente, ancora di più possiamo fare. Sarà il nostro impegno per gli anni a venire.

di Alessandra Rotondo


Questo è un articolo della newsletter di Più libri più liberi a cura del Giornale della Libreria, per consultarla clicca qui.

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