La BA – Booksellers Association, associazione di categoria in Gran Bretagna, ha lanciato il Green Bookselling Manifesto, un manifesto di intenti per promuovere un’industria del libro capace di ridurre il proprio impatto sull’ambiente e di essere in prima linea nel discorso sulla sostenibilità e nelle iniziative eco friendly.
Il manifesto nasce dall’urgenza di rendere partecipe anche l’editoria del cambiamento in atto con molte aziende internazionali di diversi settori, per rendere i propri processi produttivi e distributivi meno inquinanti. Un cambiamento che, come sottolinea l’amministratore delegato di BA Meryl Halls, deve riguardare tutti gli attori della filiera, «dai singoli rivenditori di libri agli editori, dai distributori agli stampatori».
Il manifesto auspica che, prima ancora che da una normativa in materia, sia la volontà di singole realtà a essere di ispirazione per l’intero settore: «I librai possono assumere un ruolo guida nelle loro comunità e nel commercio, dove esiste già un’alta consapevolezza della sfida». Da un’indagine condotta da BA sui propri membri soci, infatti, emerge chiaramente come i negozi di libri siano sempre più attenti all’impatto ecologico della propria attività: il 67,9% afferma di essere passato a fornitori locali quando possibile, il 42,9% dice di aver considerato materiali riciclabili al momento di scegliere gli articoli di cartoleria da vendere, il 63,2% ha virato la spedizione degli acquisti ai propri clienti verso soluzioni eco, a partire dai materiali di imballaggio.
Il buon esempio, insomma, come scintilla del cambiamento, anche quando riguarda piccole aziende. Così, BA consiglia alle librerie di eliminare l’uso della plastica monouso, passare a fornitori di energia green e illuminazione a basso consumo energetico e, quando possibile, preferire fornitori locali, organizzare eventi che siano sostenibili. Stessi consigli anche per i negozi di articoli di cartoleria, che hanno la possibilità di dare spazio ad articoli fatti con fonti rinnovabili ed evitare la vendita di articoli con imballaggio, come i biglietti di auguri con involucro di cellophane.
È ovviamente più complicata, invece, la conversione della propria attività verso processi sostenibili nel caso di case editrici e distributori. Il manifesto in questo caso auspica da un lato l’utilizzo di materiali riciclabili e una graduale eliminazione di plastica e cartone monouso nei materiali di imballaggio, e dall’altro una profonda revisione del modus operandi tipico della distribuzione. In particolare si chiede di ripensare al tipico processo di consegna e resa di libri, altamente impattante per l’ambiente a causa dei trasporti ripetuti tra distributore e librerie e viceversa.
Così come si chiede all’editore di evitare l’invio di prove di libri non richiesti e materiali pubblicitario: al momento, il 59,1% dei rivenditori dichiara di ricevere materiale non richiesto, il 56,8% libri non richiesti, materiali che più dell’80% preferirebbe poter scegliere d’accordo con l’editore.
In questo processo di cambiamento graduale, la Booksellers Association promette che sarà un punto di riferimento per chi vorrà rivedere i propri processi, e lo farà attraverso degli appositi corsi di formazione, seminari, e momenti di scambio durante la London Book Fair e altri eventi del settore. Il manifesto è infatti solo il primo passo di un processo «urgente e inevitabile», tanto che l’associazione di librai inglese sta lavorando a fianco di quelle americana e australiana per virare tutto il mercato del libro anglofono verso comportamenti e processi ecosostenibili.
di Denise Nobili
Questo è un articolo del Giornale della Libreria