L’economia britannica ha vissuto nel 2018 un clima di profonda incertezza, legato alle difficili trattative per l’uscita del Paese dall’Unione Europea. Una situazione che si è trascinata anche quest’anno con le dimissioni il 24 maggio della premier Theresa May e la successiva elezione di Boris Johnson a leader del partito conservatore. Il 24 luglio Johnson è diventato il nuovo primo ministro del Regno Unito, annunciando la data del 31 ottobre per la Brexit, con o senza accordo con l’Ue. È di ieri la richiesta di Johnson, autorizzata poi dalla regina Elisabetta II, di sospendere le attività della Camera dei Comuni fino al 14 ottobre. Una scelta che ridurrà notevolmente il margine di manovra agli oppositori del No Deal (l’uscita senza accordo dall’Ue) e che ha già provocato ieri un ulteriore ribasso della sterlina, arrivata a perdere l’1% contro il dollaro e contro l’euro.
In questo quadro complesso, il mercato del libro – sia in formato cartaceo che digitale – ha subito l’anno scorso una contrazione di circa il 2,7%, con un fatturato di 3,6 miliardi di sterline (circa 4 miliardi di euro). Un calo dovuto alla performance negativa del libro fisico che ha registrato un -5% rispetto al 2017. Positivo invece il risultato dei formati digitali, con un giro d’affari di 653 milioni di sterline e un +5%, sempre rispetto al 2017.
I dati pubblicati nel report annuale della Publishers Association mostrano un calo delle performance dei libri di narrativa e un aumento di quelle di saggistica e dei titoli per bambini e ragazzi. In particolare, la narrativa ha registrato una contrazione del 3%, con un giro d’affari di 588 milioni di sterline, dovuta anche in questo caso alla riduzione delle vendite dei libri fisici (-7% contro il +4% dei formati digitali), mentre la saggistica ha ottenuto complessivamente un +1% e il settore bambini e ragazzi un +3%. In forte calo il settore educativo, con un -6% di fatturato, attestato a 319 milioni di sterline e quello accademico-professionale, che registra un -9% e un fatturato di 1,1 miliardi di sterline. Anche in quest’ultimo segmento osserviamo una differenza marcata tra i risultati dei libri fisici e di quelli digitali, con rispettivamente un -13% e un +7%.
Il settore digitale rappresenta oggi circa il 18% del mercato del libro nei canali trade. Se da una parte il fatturato degli audiolibri continua la sua crescita esponenziale con un +43% rispetto al 2017 – nonostante rappresenti ancora una fetta molto limitata del mercato – dall’altra gli e-book registrano per il quarto anno consecutivo un calo di fatturato, con un -2% rispetto all’anno precedente.
Nonostante i timori della Brexit, i dati Nielsen resi noti a marzo di quest’anno fotografano comunque un Paese più attento alla produzione internazionale e che, almeno da questo punto di vista, mantiene e fortifica i rapporti con i Paesi europei.
Nel 2018 infatti le vendite di titoli di narrativa tradotti da altre lingue sono aumentate del 5,5%, con un giro d’affari nei canali trade di 20,7 milioni di sterline. Una crescita ancora più consistente si osserva per la sottocategoria della «narrativa generale in traduzione», con un +20%, mentre la corrispondente sottocategoria delle opere originali in lingua inglese mostra un numero di titoli sostanzialmente stabile.
Oggi la narrativa in traduzione rappresenta il 5,63% del totale delle vendite del settore: una percentuale quasi raddoppiata rispetto al 3% relativo a pochi anni fa. Un aspetto da sottolineare riguarda la provenienza dei titoli: la narrativa in traduzione pubblicata in Uk infatti è soprattutto europea, con il francese che si conferma come lingua più tradotta e che rappresenta il 17% del totale delle copie vendute, seguita dal norvegese, dallo svedese, dal giapponese (unica lingua non europea nella top 20 dei titoli tradotti in termini di copie vendute), dal tedesco e dall’italiano.
In termini di nuovi titoli pubblicati, le lingue che hanno registrato un vero e proprio boom negli ultimi cinque anni sono state il norvegese e lo svedese. E questo vale anche dal punto di vista del numero di copie vendute nel 2018. Basti pensare che sono dello scrittore norvegese Jo Nesbo i due titoli tradotti che hanno venduto più copie nel 2018: le versioni in lingua inglese di Sete e di Macbeth, con rispettivamente 123.066 e 111.206 copie vendute. Da sottolineare la presenza in dodicesima posizione di My brilliant friend, la versione inglese de L’amica geniale di Elena Ferrante – e tradotta da Ann Goldstein – con 26.627 copie vendute e di Elena Varvello al diciottesimo posto con la versione inglese de La vita felice e 18.897 copie vendute.
di Antonio Lolli
Questo è un articolo del Giornale della Libreria