«La spiaggia di Castelporziano, mai più vista. Ostia, lo stesso. Tanto meno lo pseudo-albergo in cui i poeti furono messi a dormire – dall’impertinenza e dall’euforia; o dall’euforia e dall’impertinenza. Pure, quelli accettarono di buon grado: gli americani, gli europei (che erano russi, inglesi, scozzesi, irlandesi, austriaci e tedeschi) e gli italiani. Gli americani furono di una determinazione ammirevole: quando la seconda delle tre sere capirono che a loro sarebbe toccata una battaglia, nel pomeriggio prima della terza si riunirono e stabilirono il piano di difesa. Alla fine, come sappiamo, il fortino crollò, ma vi fu vittoria»
28 Giugno 1979: si apre il Festival internazionale dei poeti a Castelporziano, proprio lì dove quattro anni prima era stato ucciso Pierpaolo Pasolini. Il luogo del ritrovamento del corpo del poeta si trasforma nel luogo dell’esposizione dei corpi dei poeti, e poi ancora nel luogo dell’esposizione dei corpi del pubblico della poesia. Perché in quei tre giorni di Festival davanti al mare, in quella piccola parentesi woodstockiana, la poesia perde la sua vocazione solitaria ed elitaria e s’incarna, si modifica – proprio nel senso che diventa “moda”, tendenza – per poi esplodere nell’isteria collettiva che distrugge il palco sulla sabbia. I mille spettatori della prima sera infatti si moltiplicano fino a giungere ai trentamila della terza sera e improvvisamente tutti hanno bisogno di prendere la parola, di esporsi, di esprimersi. È la febbre dilagante che Franco Cordelli sintetizza nella formula “Odio tutti e amo me stesso”, emblema del narcisismo di massa.
Proprietà Perduta è il diario-reportage sul primo Festival internazionale dei poeti, tenutosi sulla spiaggia di Castelporziano dal 28 al 30 giugno 1979. Il festival fu ideato da Cordelli insieme ai gestori del teatro Beat 72. di quella vita convulsa ed esplosiva che animò un festival al quale parteciparono Dario Bellezza, Valentino Zeichen, Amelia Rosselli, ma anche molti poeti provenienti da altre nazioni: Amiri Baraka, Allen Ginsberg, William Burroughs, Marcelin Pleynet, Osvaldo Sorianodiario.
Andrea Cortellessa, nella sua postfazione, sottolinea come «semplicemente a Castelporziano, quella volta, ci sono tutti». Una testimonianza quasi in presa diretta di una pagina importante della nostra storia culturale, scritta da Franco Cordelli, protagonista di quegli anni, poi consacrato come una delle firme più autorevoli della prosa critica e della narrativa italiana.
Franco Cordelli, romano del 1943, è critico teatrale e letterario sulle principali testate quotidiane. Esordisce nel 1973 con il romanzo Procida, «giallo» in forma diaristica, a cui ne sono seguiti molti altri. Organizzatore di eventi di teatro d’avanguardia e letture pubbliche di poesie, il Festival Internazionale di Castelporziano, di cui questo libro è memoir intimo ed esistenziale, è uno dei più noti. Scopritelo a Più libri più liberi dal 7 all’11 dicembre.