Storie da più libri

Anatomia di un soldato di Harry Parker

Articolo di Diana #NonRiescoASaziarmiDiLibri

C’è una guerra che non è più bella. C’è una guerra che è semplicemente guerra.

C’è una guerra che non ha colori, bandiere, eroi o ideologie. È un mestiere, un lavoro rischioso, a volte estraniante, altre eccitante e adrenalinico.

Un libro come quello di Harry Parker, ex soldato britannico saltato su una mina in Afganistan, è prezioso, perché spoglia di ideologia e mitologia quella che non è altro una scelta di vita.

Anatomia di un soldato, edito in Italia da Sur, è un romanzo riflessivo, analitico, che spoglia il suo protagonista, capitano Tom Barnes matricola BA5779, degli oggetti che lo hanno accompagnato lungo tutta la sua carriera: dalle piastrine, allo zaino, dalle protesti che sostituiranno le sue gambe, alla mina su cui è saltato.

A raccontare una storia fatta di combattimenti, caldo, partite di calcio e quotidianità sono 45 oggetti che da un lato aiutano l’autore e il nostro protagonista a sublimare il dolore di non riuscire più a riconoscersi, dall’altro diventano dei veri e propri portatori sani di cum – patior.

Lo zaino, la piastrina, la radio e gli scarponi saranno in grado di trasmettere al lettore tutto quello che Tom Barnes ha provato durante quella esperienza: dall’ansia prima della missione al terrore che lo ha assalito quando è saltato sulla mina. Dalla voglia di fuga quando ha messo piede sul suolo nemico, all’eccitazione quando rientrava da una missione.
Ogni oggetto, ogni sentimento viene trasmesso al lettore e la voce del capitano Barnes non è solo quella di un soldato ferito, ma di un uomo che ha vissuto.

A fargli da contro canto ci sono le voci degli oggetti che raccontano il senso di smarrimento dei suoi genitori, indimenticabile il capitolo dedicato alla borsa della madre. Ci sono anche le voci legate ai ribelli, a coloro che Tom Barnes si è ritrovato a chiamare nemici.

Abbiamo allora Latif, che scende in battaglia urlando la sua incrollabile fede, con ai piedi quelle scarpe bianche che ha comprato al mercato quando ha ricevuto il primo compenso per la lotta agli infedeli.
C’è poi Faridun che guarda con curiosità e nostalgia al suo amico Latif, quello che con il quale faceva volare gli acquiloni nel giardino di casa sua, un uomo – bambino che non riesce più a riconoscere.

Le loro vite sono legate a Tom dal filo rosso della guerra e tutti sono mossi dalle mani di un destino ingovernabile, che li muove come pedine su campi di battaglia minati.

La straordinarietà del romanzo di Parker sta nella mancanza di odio e rancore e nell’essere riuscito a raccontare, attraverso dei semplici oggetti, un’umanità che celata da chiacchiere, rumore e ideologia.

Qualunque sia la fazione di appartenenza, qualunque siano i colori della bandiera che li rappresenta, ognuno di loro la notte alza gli occhi al cielo e cerca di scrutare tra le stelle il cammino che lo porterà a compiere il proprio destino.
Un destino segnato, intuito, terribile e doloroso, ma scelto.

Un vita che è frutto di scelte.
Una guerra che è come la vita.
A volte è eroica, altre bella, altre dolorosa, ma è sempre e solo vita 

Alla prossima
Diana