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Spartaco. La sfida di essere editori

25 ottobre 2018

«Quando si dice “nomen omen”: Edizioni Spartaco ha sede a Santa Maria Capua Vetere, l’antica Capua da cui mosse la rivolta dell’impavido trace che osò sfidare Roma. Anche fondare una casa editrice non è una sfida da poco, ancora di più nella provincia di Caserta che non si distingue per l’alto numero di lettori» racconta Tiziana di Monaco, direttore editoriale.

Edizioni Spartaco porta avanti il suo catalogo dal 1995, ma è nel 2003 che ha ottenuto la promozione (Pea Italia) e la distribuzione nazionale (Messaggerie). «La nostra produzione si articola nelle collane Dissensi, di narrativa contemporanea straniera e italiana, e I Saggi, di saggistica pura e docu-fiction. Entrambe sono caratterizzate da un approccio critico, anti-dogmatico, anti-retorico, moderno e di rottura, pur pubblicando anche classici inediti in Italia. Siamo due soci: oltre a me, Ugo Di Monaco, direttore commerciale, siamo fratelli. Tra i collaboratori, Giovanni Russo si occupa dell’ufficio stampa e del sito web».

Quali sono i progetti che state seguendo oggi o che contate di seguire nel prossimo futuro, anche rispetto alle linee di tendenze manifestate dal settore?

I trend ci interessano fino a un certo punto: restiamo fedeli alla nostra linea editoriale. Siamo convinti che, seppure sia importante confrontarsi con le tendenze del momento – e Più libri più liberi è un’occasione anche per tastare il polso della situazione – non sia giusto snaturare il nostro progetto per inseguire una copia in più. A noi piace pensare di rivolgerci a lettori consapevoli di ciò che vogliono, decisi a cercare nei libri che acquistano, assieme al piacere della lettura, anche una chiave con la quale comprendere la realtà che vivono, individuare storture e criticità, avere una visione più limpida di ciò che il mondo potrebbe essere o diventare. Ci piace pensare di contribuire, nel nostro piccolo, con i libri che pubblichiamo, a indicare una strada piuttosto che a seguire passivamente le mode.

Quando nasce e come si sviluppa il vostro rapporto con Più libri più liberi?

Siamo espositori di vecchissima data, dal 2005: sono tredici anni di fiera. Al Palazzo dei Congressi avevamo conquistato, stand dopo stand, la nostra postazione di angolo aperta su tre lati. Per alcuni lettori era diventata un’abitudine anche solo venirci a trovare per scambiare due chiacchiere, se avevano già acquistato le nostre novità. Oppure c’erano alcuni che – come si fa con gli album delle figurine – semplicemente indicavano le copertine facendo mente locale: «Celo, celo, manca!». Ora ci tocca ricominciare daccapo alla Nuvola!

Quali pensate siano i punti di forza di una manifestazione peculiarmente dedicata alla piccola e media editoria? Quali i punti di debolezza?

Naturalmente il pubblico è più qualificato: sa che non troverà grandi gruppi editoriali. E noi amiamo i lettori coraggiosi, quelli che non arretrano davanti a un titolo o un autore che non conoscono e che si lasciano affascinare dalle storie che proponiamo. Prima di una vendita, amiamo parlare dei libri con i nostri interlocutori, è come se descrivessimo loro le virtù di un figlio. Anni fa c’erano persone che venivano in fiera con il trolley per fare il carico di volumi, oggi purtroppo accade sempre più di rado perché le famiglie non hanno la stessa disponibilità economica di un tempo. Il confronto con i lettori resta comunque un bellissimo momento. Tra le «criticità», se così lo possiamo definire, c’è il costo del biglietto d’ingresso, troppo alto per esempio per una famiglia media di tre o quattro persone: se ci si aggiungono almeno un caffè, una bibita o uno snack presi al punto ristoro, sono tutti soldi sottratti all’acquisto dei libri. È necessario poi puntare sulla qualità degli espositori piuttosto che sulla quantità, per non rischiare di perdere i lettori forti che pretendono standard più alti. Loro sono la nostra linfa.

L’anno scorso la fiera ha fatto il grande salto, scommettendo su una location nuova e crescendo nella sua dimensione di evento. I numeri dicono che è stato un successo. Qual è il vostro punto di vista?

In effetti, dobbiamo ancora ambientarci, e con noi i nostri lettori. L’anno scorso c’è stata grandissima affluenza di pubblico, ma una fetta sostanziosa sembrava più interessata a visitare la Nuvola piuttosto che a soffermarsi sui libri. Si vedevano molte persone aggirarsi decisamente confuse tra gli stand, e forse anche un po’ svogliate. Insomma, la nuova location, pur bellissima, ci è apparsa dispersiva, un po’ come il Salone internazionale del libro di Torino: poco dopo anche l’attenzione del più convinto dei lettori finisce per calare. Dovrebbe essere ripensato il circuito affinché il pubblico possa sfruttare tutte le entrate e abbia modo di girare con maggiore cognizione di causa tra gli stand. Molti ci hanno riferito di aver vagato per diverso tempo a vuoto prima di riuscire a trovarci. E poi anche qui la nota dolente sono i costi, stavolta per gli espositori: a fronte del significativo aumento dei prezzi degli stand, è ancora da verificare il vantaggio sostanziale.

Cosa vi aspettate dalla prossima edizione? Quali libri porterete in fiera?

Puntiamo naturalmente sulle novità: i romanzi freschissimi di stampa, in uscita a novembre, Bisesto. Sette canzoni per la Morte di Andrea Vismara, un thriller dai toni gotici sdrammatizzati con formidabile leggerezza, e Il prete ebreo di Mariastella Eisenberg, che riprende, facendone il protagonista, un personaggio del precedente libro Il tempo fa il suo mestiere. C’è poi il saggio Il lungo cammino della donna italiana. Dal 1861 ai giorni nostri, uscito a ottobre, della scrittrice e conferenziera Emilia Sarogni, prima donna a ricoprire il ruolo di direttore del Senato in Italia. E ancora i romanzi Lo scemo di guerra e l’eroe di cartone di Alberto Maria Tricoli, nostro primo autore siciliano, e Il segreto di Bruto del caporedattore del quotidiano «Il Messaggero», Raffaele Alliegro, che narra di Lucio Giunio Bruto: circa 500 anni prima del Bruto che partecipò alla congiura contro Cesare, fu console di Roma e tra gli artefici della cacciata del tiranno Tarquinio il Superbo. Tra l’altro, molti nostri autori saranno presenti allo stand Spartaco per chiacchierare con i lettori e parlare dei propri libri. Insomma, c’è molta carne a cuocere e speriamo che Più libri non deluda le nostre aspettative.

di Alessandra Rotondo


Questo è un articolo della newsletter di Più libri più liberi a cura del Giornale della Libreria, per consultarla clicca qui.

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