Non sarà un’edizione come le altre quella del 2017. La sedicesima, quel compleanno degli sweet sixteen che in America segna il culmine dell’adolescenza e un primo affaccio sull’età adulta. Più libri più liberi è cresciuta in questi anni. E, con lei, la piccola e media editoria: di cui la fiera è vetrina e punto d’incontro con il pubblico dei lettori, laboratorio permanete e forum di formazione e di confronto.

Era tempo di un cambiamento, di un trasloco, di una grande festa. La location è d’eccezione: il Roma Convention Center La Nuvola. Il centro congressuale progettato da Massimiliano e Doriana Fuksas consentirà allo spazio espositivo dedicato agli editori di passare da 2 mila a 3.500 metri quadri, più un intero piano di 5 mila metri quadri che ospiterà spazi comuni e stand collettivi e un auditorium da 1.800 posti.

«La sensazione generale che abbiamo è quella di una nuova prima edizione» racconta Fabio Del Giudice, direttore di Più libri più liberi. «Lo avevamo percepito già all’inizio, ma al trascorrere delle settimane di lavoro ci è stato sempre più chiaro: tanto rimane lo stesso il senso della manifestazione, quanto tutto il resto sta cambiando, è cambiato e cambierà».

Più che un trasloco, un punto di svolta?

Questo è il senso fondamentale del lavoro che stiamo facendo. Tutto cambierà: sicuramente perché ci troviamo in un contesto nuovo dal punto di vista logistico che ci obbliga a non fare affidamento sui 15 anni di esperienza alle nostre spalle. Tutto è ripartito da zero, dalla gestione degli ingressi, alla dislocazione delle posizioni degli editori, a qualunque altro aspetto piccolo o grande che sia.

Contemporaneamente, abbiamo percepito che lo spostamento in questo nuovo contenitore – che, vale la pena ricordarlo, non è un centro fieristico, ma un centro congressi – ci chiedeva di adattare la nostra manifestazione ai suoi volumi e alle sue splendide geometrie. Questo ha significato, sempre a partire dall’editoria indipendente, dai suoi cataloghi e dalla sua offerta, inventare e creare nuovi contenuti e, se possibile, elevarli alla massima qualità. Perché, sembra banale dirlo, ma un posto così bello merita un programma di altissimo livello.

Una bella responsabilità.

Un’enorme responsabilità, che ci ricorda quella che sentivamo a ridosso della prima edizione. Se sedici anni fa l’obiettivo che avevamo era quello di creare l’evento di riferimento per un settore fondamentale dell’industria culturale del nostro Paese – quello della piccola e media editoria – quest’anno sappiamo di lavorare a un progetto culturale che sarà fondamentale per la città di Roma e per l’Italia.

Più libri sarà il primo evento aperto al grande pubblico che si svolgerà all’interno della Nuvola. E lo farà nella piena consapevolezza che i centri congressi sono pensati, per lo più, per ospitare una tipologia diversa d’incontro: da qui il grande coraggio di Eur spa e dell’Associazione Italiana Editori nell’averci immaginato la fiera nazionale della piccola e media editoria.

Che impatto avrà la nuova location sul pubblico della fiera?

La gente arriverà con delle grandi aspettative, e non soltanto per il contesto architettonico. A noi il compito di farci trovare all’altezza. La Nuvola è un vettore di visibilità sul quale stiamo investendo molto, anche sotto il profilo della comunicazione, ma siamo sicuri che, una volta dentro, anche il pubblico meno attento all’editoria, quello spinto all’Eur dalla curiosità più che dalla passione per i libri, rimarrà affascinato dal nostro mondo e dall’offerta culturale che sapremo presentargli.

Tutto questo, naturalmente, rende l’esperienza organizzativa particolarmente complessa. Sono ormai quattro mesi che lavoriamo a testa bassa ai singoli aspetti, cercando di risolvere i problemi uno per volta. Tra qualche settimana la alzeremo e proveremo ad assemblare il tutto. Qualcosa di eccezionale verrà fuori, ne siamo convinti.

E gli editori? Come stanno vivendo il trasferimento alla Nuvola?

Gli editori sono dei soggetti particolarmente prudenti, lo abbiamo capito quando abbiamo cominciato questo percorso, ormai sedici anni fa. Col tempo li abbiamo convinti della bontà del progetto e del nostro lavoro e siamo riusciti a legarli a Più libri. La stessa prudenza l’abbiamo riscontrata all’annunciato del trasloco: soprattutto alcuni, manifestavano il timore che la nuova location fosse «troppo» per loro, «troppo» per l’editore indipendente. Ora, secondo me, stanno acquisendo consapevolezza della grande opportunità e del passo avanti che potrebbe far fare alla loro attività imprenditoriale.

Più libri ha accompagnato lo sviluppo dell’editoria indipendente negli anni 2000, è stata un laboratorio per crescere ed evolvere, anche in momenti estremamente complicati come la recente crisi economica, e ha consentito ai medi e piccoli editori di confrontarsi faccia a faccia con il proprio pubblico, di capirne gli interessi e coglierne i desideri. Credo che una fiera all’interno della Nuvola potrà restituire ancora maggiore consapevolezza delle proprie capacità al nostro settore.

Abbiamo accolto tantissime domande di partecipazione, più degli altri anni. E questo a dispetto delle condizioni dell’editoria indipendente, che è in discreta salute, ma non attraversa una fase di grande prosperità. Vuol dire che gli editori stanno scommettendo ancora sulla fiera con la prospettiva di avere un ritorno. Io credo e mi auguro che sarà così.

Essere nella Nuvola metterà, più degli altri anni, l’editoria indipendente al centro: non solo di un progetto culturale di massima rilevanza, ma anche di un evento di cronaca che sarà discusso dai media e dalla gente, da Roma e dall’Italia, magari anche all’estero.

Per questo è fondamentale che il pubblico specialistico, quello degli addetti ai lavori, più degli altri non manchi l’appuntamento: perché sarà un’edizione di svolta, che segnerà un momento fondamentale nella storia degli eventi culturali legati al mondo del libro.

Alessandra Rotondo


Questo è un articolo della newsletter di Più libri più liberi a cura del Giornale della Libreria, per consultarla clicca qui.