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Più libri più liberi. Come si viene a conoscenza di una fiera

3 maggio 2018

Oltre 102 mila persone hanno varcato l’ingresso della Nuvola per partecipare alla sedicesima edizione di Più libri più liberi (6-10 dicembre 2017). La domanda che ci si pone è: come sono venuti a saperlo? E diventa d’obbligo chiedersi anche se in questi anni è cambiato il modo in cui il pubblico si informa degli eventi fieristici legati al libro.
Il grafico dà alcune indicazioni, soprattutto su come stanno cambiano le liturgie informative attraverso cui il pubblico che ha frequentato la fiera dischiara di aver saputo dell’evento.

Ed è proprio in questo slittamento da «fiera» del libro a «evento» editoriale (e culturale) che sta una possibile interpretazione di alcuni item: peso e variazioni. Il suo spostamento in un luogo come La Nuvola spiega probabilmente la crescita di 7 punti percentuale di coloro che dichiarano di aver visitato PLPL 2017 «su segnalazioni di amici», o «in altro modo» (9 punti in più), quindi attraverso dimensioni relazionali più individuali e personali.

Diapositiva 1

Vi sono tuttavia due tipologie di indicazioni che danno una chiara conferma di come sono cambiati i riti informativi.

La perdita – fin quasi a scomparire – dei tradizionali opinion leader che agivano su queste manifestazioni. I librai in primo luogo: pesavano già poco (3,2% nel 2011) e oggi varrebbero l’1%. I bibliotecari, dal 4,7% ridotti all’1%. Scompaiono, insomma, le figure che rappresentavano i tramiti tradizionali di comunicazione. La variazione mostra una perdita di ruolo che hanno bibliotecari e librai che analogamente, rispetto ai comportamenti d’acquisto, è testimoniata dalle indagini dell’Osservatorio Aie di questi anni. Si riduce anche l’effetto indotto dalla pubblicità tradizionale: l’affissione dal 16,5% al 7,0% (anche se c’è stato un radicale cambio di immagine slittata dal tema «lettura» alla centralità della Nuvola), la radio dal 5,8% al 3,0%.

Se la comunicazione face-to-face riprende, nel 2017 sono i social i veri dominatori della comunicazione, il vero traino che gli intervistati dischiarano come principale mezzo attraverso cui sono venuti a conoscere dell’evento: dal 20,9% del 2011 al 28,0% dello scorso anno. Quasi un visitatore su tre dichiara di aver saputo di PLPL attraverso i canali social. Quasi la metà dei visitatori (44,8%, al lordo delle sovrapposizioni) sa della manifestazione attraverso relazioni «personali» mediate o meno dalla rete.

Però è soltanto l’orchestrazione dei vari strumenti comunicativi – in cui alcuni strumenti possono avere una predominanza maggiore rispetto ad altri – a spiegare meglio l’affluenza e la partecipazione all’ultima edizione di Più libri.

Questa rilevazione – come le precedenti – non sarebbe stata possibile senza Francesca Vannucchi dell’Università di Tor Vergata e dei suoi studenti, che quest’anno sono stati: Alessio Martorelli, Silvia Poggi, Giorgia Ragona, e Roberta Setale.


Questo è un articolo della newsletter di Più libri più liberi a cura del Giornale della Libreria, per consultarla clicca qui.

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