Ha meno di un mese di vita Edizioni Le Assassine, casa editrice che si occupa esclusivamente di autrici straniere di oggi e di ieri che scrivono gialli, noir e thriller. Un progetto editoriale ben definito che trova la sua forza proprio nella sua particolarità. Dietro c’è la passione per un genere letterario a cui vuole essere riconosciuta la giusta dignità: si tratta di libri che in un certo senso riescono a soddisfare un «bisogno di intrattenimento nobile».
Sono due per ora le collane all’attivo e rappresentative dell’identità del catalogo (anche futuro): «Oltreconfine» e «Vintage», che riflettono l’interesse per le scrittrici straniere contemporanee, con il loro background e la loro cultura, e un’intenzione di voler far riscoprire quelle voci femminili che per prime hanno sperimentato e fondato il genere della narrativa gialla. Abbiamo intervistato Tiziana Prina per farci raccontare come è nato questo progetto.

Ci racconta come è nata la sua casa editrice, da quale urgenza?

Se dovessi reincarnarmi vorrei essere un piccione viaggiatore. Mi dirà che cosa c’entra un desiderio così stravagante con l’obiettivo di creare una casa editrice come la nostra. C’entra, perché ho sempre sentito il bisogno di viaggiare, di conoscere altre lingue, e questo mi ha portato prima a lavorare all’estero e poi, dopo la laurea in lingue, a scegliere come lavoro il mondo della traduzione e più di recente dello scouting letterario. Girando poi per le fiere internazionali del libro, mi è cresciuta la voglia di essere indipendente e di poter scegliere i libri secondo i miei gusti.
Il fatto poi di dedicarsi a un genere preciso deriva da una passione che ho sempre avuto per la letteratura gialla, che a torto è spesso vissuta come lettura di serie B, mentre trovo che in qualche modo stimoli le capacità di deduzione e l’attenzione per i particolari. Molti di questi romanzi, declinati nei diversi sottogeneri che vanno dall’enigma della camera chiusa al thriller psicologico, al noir, non mancano poi di offrire uno spaccato della società e passano senza volerlo spunti di riflessione. Intorno a questa passione è emerso un ulteriore focus: quello di scegliere solo scrittrici e di trovarle in giro per il mondo, per inseguire un’inesauribile curiosità nel modo di fare e di agire di altre donne che vivono appunto «Oltreconfine».


Presentazione del libro La borsa di Solène Bakowski alla libreria Il covo della ladra.

Qual è la linea editoriale che pensate di portare avanti? Come cercherete dei titoli adatti?

Le storie che cerchiamo devono essere avvincenti e tenerci incollati alla pagina, questa è la nostra aspirazione e la nostra linea editoriale. Come lettori stiamo molto attenti al finale che non deve deludere, perché un finale troppo banale può compromettere, a mio avviso, anche un romanzo ben scritto.
Un altro aspetto della nostra linea editoriale è costituito dalla scelta delle scrittrici che in qualche modo devono colpirci per la loro personalità. Uno dei prossimi libri sarà di Baha Trabelsi, una scrittrice marocchina che ha vinto un premio letterario presieduto da Tahar Ben Jelloun. Per la Giornata internazionale delle donne 2017, la scrittrice compare tra le cento donne marocchine che partecipano con la loro diversità allo sviluppo del Paese.
Alla collana «Oltreconfine» abbiamo inoltre aggiunto una collana «Vintage» per riscoprire scrittrici del passato che sono state coraggiose pioniere del genere e che hanno messo le basi per le autrici di successo di oggi. Non parliamo di Agatha Christie o di  Dorothy Sayers, ma di Belloc Lowndes, di  Wells, di Heynes e di molte altre che hanno scritto tra la fine dell’Ottocento e i primi anni Venti, senza tralasciare l’hard boiled americano. Leggendo i loro romanzi riusciamo a ripercorrere i cambiamenti di costume e del ruolo delle donne.
Il nostro lavoro di ricerca dei titoli passa dunque per due canali: per i romanzi contemporanei le fiere e tutte le occasioni di contatto diretto con gli editori e gli autori stranieri; per i titoli vintage  le ricerche in rete e negli archivi online delle biblioteche straniere.

Parteciperete a Più libri più liberi? Quali opportunità pensate possa darvi la presenza in una fiera del genere, dedicata alla piccola e media editoria?

Sì, è nel nostro programma perché si può mettere tutta la cura artigianale nella ricerca, traduzione e pubblicazione di un libro, ma senza una vetrina in cui mostrare quel che si è prodotto non si va lontano. Poter incontrare i lettori, parlare dei libri e comprenderne i gusti è fondamentale, anche per non sbagliare le scelte future.

Quali progetti avete per il futuro? Come vi vedete da qui a qualche anno?

Siamo molto concentrati sul presente per poterci immaginare con chiarezza nel futuro. Ci piacerebbe essere considerati una piccola casa editrice che, pur dedicandosi a un genere di intrattenimento, pubblica libri di qualità, curati nei contenuti, nella traduzione e nella forma.
Come progetto, che attualmente può suonare ambizioso, vorremmo poi essere un punto di riferimento per la letteratura gialla al femminile, creando un network con le associazioni di gialliste straniere.  Patricia Walter, di cui stiamo per pubblicare il libro Amnesia, fa parte delle Mörderische Schwestern, un gruppo di scrittrici, libraie, lettrici tedesche che a vario titolo si occupano del genere giallo e ne sostengono la scrittura tra le donne. Credo che sarebbe bello creare uno scambio di informazioni ed esperienze. A questo aspetto speriamo di dedicare presto una pagina del nostro sito.


Questo è un articolo della newsletter di Più libri più liberi a cura del Giornale della Libreria, per consultarla clicca qui.