Un’area professionale a Più libri più liberi c’è sempre stata. Fino dalla sua prima edizione. Gli incontri del primo e del secondo anno erano magari meno strutturati rispetto agli ultimi, ma c’erano e non erano il semplice «convegno» che non si nega mai a nessuno. Fin dall’inizio della manifestazione uno dei poli su cui veniva costruita la fiera era il programma di convegnistica rivolto ai professionisti e in particolare a quel settore imprenditoriale e culturale rappresentato dai piccoli e medi editori. Un programma che, guardato in controluce, rivelasse un progetto editoriale: collegamenti interni tra gli incontri che preludessero, anticipassero, segnalassero ai partecipanti le trasformazioni in corso nel mercato domestico e in quello internazionale, nella carta e nel digitale. Un momento di aggiornamento, di discussione, di confronto.

C’era la consapevolezza, fin dall’inizio, di offrire a chi partecipava a PLPL – e che non appartenesse al semplice plateatico – strumenti e servizi da spendere una volta tornati in azienda. Avevamo in mente un pubblico di piccoli editori ma anche di molte altre professionalità che della filiera facevano parte e che non avevano modo di avere neppure minimi dati e informazioni di orientamento rispetto a quello che succedeva fuori dalla loro casa editrice, o dalla loro libreria. Qualche anno abbiamo ottenuto risultati soddisfacenti, altri meno. Ma sta nelle regole del gioco. Già nel 2003 gli incontri professionali avevano superato la soglia della decina, diventando due o più al giorno. Tutti partivano dai dati, per evitare approcci ideologici: dati da discutere e commentare. In alcuni casi gli incontri professionali anticipavano di molto quello che sarebbe accaduto. Un esempio per tutti: nel 2009 organizzammo una rassegna di tutti i dispositivi di lettura di e-book presenti sul mercato. Un grande negozio in cui pubblico ed editori potevano vedere e toccare gli e-reader su cui dall’anno dopo avrebbero dovuto far leggere i loro clienti. E il mercato degli e-book ancora non esisteva o valeva una quota da prefisso telefonico. Da quell’anno, e negli anni successivi, grande apertura a tutti i temi legati al digitale e alle nuove forme di lettura fintanto che il digitale ha permeato tutto il fare professionale.

Il programma di incontri professionali a Più libri, insomma, lo abbiamo sempre pensato (anche se all’inizio magari non ci era del tutto chiaro) come un giornale che usciva in cinque edizioni (una per ciascuna giornata della fiera) da sfogliare nelle sale del Palazzo dei Congressi; ma prima anche nelle aule delle università di Roma e Lazio coinvolte in Più libri più idee: ne parleremo nel prossimo numero. E negli anni della crisi, sempre e comunque, abbiamo raccontato e condiviso attraverso gli interventi degli editori le soluzioni d’impresa trovate per affrontarla. Perché le piccole e medie case editrici sono state, anche nei momenti più bui, uno spazio imprenditoriale di innovazione editoriale e di sperimentazione aziendale, talvolta in anticipo rispetto ai tempi del mercato più generale. Anche in anni di brusca contrazione del mercato non mancavano esperienze significative, capaci di presentare modi nuovi e creativi di promuovere la produzione della piccola editoria sul territorio, di cercare attività e iniziative che integrassero i ricavi provenienti dalla vendita di libri. Quali erano, già in quegli anni, le altre possibili fonti di reddito che ridisegnavano il modo stesso di essere casa editrice? Queste erano le domande che nel corso degli incontri professionali ci si poneva.

Se oggi la piccola editoria ha visto crescere la sua quota di mercato dal 30% del 2014 al 31% dello scorso anno (e da un 28% di anni precedenti, anche se i dati non sono perfettamente confrontabili) credo che dipenda anche da un modo diverso di intendere lo spazio che il settore professionale ha all’interno della fiera. Non solo come area dedicata allo scambio b2b, ma di aggiornamento e confronto con l’«orizzonte». Oggi – e qui veniamo all’edizione di quest’anno – tutto questo non basta più. Il progetto ALDUS è il catalizzatore che accelera la reazione: ma gli elementi – nel Palazzo dei congressi – c’erano quasi già tutti.

A partire dal prossimo numero di questa newsletter inizieremo a presentare i singoli incontri in programma in tutti i cinque giorni della fiera. Quello che vorremmo fare oggi è comunicare il senso di alcune novità che abbiamo introdotto e in cui gli incontri si inseriscono. Abbiamo creato una newsletter dedicata ai professionisti per dar loro un’informazione su cosa è questa parte di Più libri e come si articolerà. Nelle prossime settimane ci apriremo a recepire le vostre indicazioni, i suggerimenti, le domande sui 12 convegni e incontri professionali previsti per questa quindicesima edizione della fiera. Incontri che apriranno la possibilità di partecipare successivamente a corsi di formazione (in aula, o in forma di webinar: sarà tutto da vedere). Incontri veloci, di 45’ , completati in una seconda fase da momenti formativi di 4 ore, massimo di una giornata.

La logica che tiene assieme incontro e corso può essere così esemplificata: «Ti segnalo un problema, una tendenza, in occasione della manifestazione. Cerco di farti capire il peso che possono avere per la tua attività alcuni fattori manifestati dal settore. Se sei interessato, nel corso successivo proverò a offrirti i possibili strumenti operativi per agire da professionista». Inoltre gli editori presenti in fiera sono circa 400 e quelli che pubblicano da 10 a 100 titoli sono 1.101. Perché esclude dalla fruizione dei nostri incontri professionali quegli editori che non sono presenti a Più libri? Abbiamo perciò pensato a momenti di condivisione in streaming o in differita e a brevi videointerviste ai relatori che sintetizzino i loro interventi. Il tutto accessibile dal nuovo sito di Più libri più liberi, che è stato presentato proprio ieri.

Gli incontri professionali organizzati da Aie non esauriscono la dimensione professionale di PLPL: c’è il Fellowship realizzato dall’Associazione in collaborazione con Agenzia ICE; altri confronti professionali organizzati da altri editori e associazioni. Per render conto nella maniera più esaustiva possibile della vastità della dimensione professionale di Più libri più liberi questa newsletter (settimanale fino a giovedì 1 dicembre) diventerà quotidiana nei giorni della fiera. Se fino a oggi siamo stati un incubatore di crescita e progresso lo siamo stati quasi involontariamente. Ma è quello che volevamo e che da oggi faremo con consapevolezza. Alimentatori di un fermento che vorremmo esplodesse a Tempo di Libri. Fiera dell’editoria italiana, a Milano dal 19 al 23 aprile 2017. (in collaborazione con Cristina Mussinelli)


Questo è un articolo della newsletter di Più libri più liberi a cura del Giornale della Libreria, per consultarla clicca qui.