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La grafica di copertina nelle scelte editoriali. Intervista a Hacca

20 dicembre 2018

Il penultimo giorno della diciassettesima edizione di Più libri più liberi chiude il cerchio del più ampio discorso portato avanti dagli incontri del programma professionale curato da AIE: la visibilità.

La visibilità per un editore passa da più fattori, riguardando promozione e distribuzione ma anche comunicazione tradizionale e nuovi media e modelli comunicativi. Ma l’ultimo atto che fa innamorare un lettore e lo convince infine ad acquistare un libro (di cui magari ha già sentito parlare precedentemente) è quello del contatto con l’oggetto libro. Si parla di cura editoriale in generale, che a colpo d’occhio viene percepita proprio attraverso la grafica di copertina.

Una copertina deve stupirci, emozionarci, raccontarci qualcosa del libro che stiamo raccontando. Ma spesso questo non basta; spesso è necessario, soprattutto per la piccola e media editoria, che una copertina racconti qualcosa anche del resto del catalogo e del progetto editoriale di chi il libro lo pubblica. Si tratta di un elemento che può fare la differenza nella percezione di qualità da parte dell’acquirente.

E a cambiare l’approccio alla grafica di copertina è anche il rapporto necessario col web: la copertina in uno store online deve apparire, risultare visibile e riconoscibile anche se in piccole dimensioni e affiancata a molte altre. Ma non solo: una copertina è abbastanza «instagrammabile»? Al lettore viene voglia di fotografarla e condividerla sui propri canali social per parlarne? Un discorso che va fatto però necessariamente anche al contrario: l’editore riesce a comunicare un’idea di grafica della casa editrice attraverso i propri social e la propria grafica (il catalogo durante la promozione, la vendita di diritti)?

Abbiamo fatto una chiacchierata con Francesca Chiappa, editrice di Hacca Edizioni, piccola realtà italiana che ci sembra essere un buon esempio di riconoscibilità del marchio editoriale che passa proprio attraverso la grafica e la cura tipografica di ogni libro che ne compone il catalogo.

I libri di Hacca Edizioni sono prima di tutti belli esteticamente. Quali dettagli trasmettono la cura e l’amore di un libro da parte dell’editore che lo pubblica?

La grafica di Hacca edizioni è curata interamente da Maurizio Ceccato di Ifix studio. Cerchiamo, con le illustrazioni in copertina, la carta, i testi che riportiamo in cover, di raccontare il più possibile il libro allo sguardo fugace del lettore. Ogni dettaglio è chiamato a rappresentare la cura dell’editore verso il lettore: dalla scelta della font, al “respiro” della pagina, alla carta utilizzata (amica delle foreste, come ci chiede Greenpeace). Per non parlare, ovviamente, del lavoro sul testo. Noi chiediamo al lettore di dedicarci il suo tempo, parte della sua vita. In cambio vorremmo rendere un po’ di bellezza.

In che modo la riconoscibilità del marchio editoriale influisce sulla singola scelta di una copertina? Vi è mai successo, invece, che la copertina di un vostro libro si scostasse molto dalle altre presenti in catalogo?

Per noi è fondamentale mantenere una coerenza grafica che permetta al lettore di identificarci sempre, e questo per una serie di motivi. Pubblichiamo pochi titoli l’anno, e dunque la nostra presenza, e permanenza, nelle librerie a volte può risultare indebolita. Una grafica riconoscibile ci permette di posizionare ogni singolo libro all’interno di un catalogo più ampio, e sempre vivo, e dunque a raccontare il percorso fatto fin qui.

Laddove invece i nostri titoli sono più presenti – penso soprattutto ad alcune librerie indipendenti – le copertine, una di fianco all’altra, riescono a raccontare una storia, che è quella del nostro progetto.

intervista-a-hacca-edizioni

Ci indica tre libri che avete pubblicato negli ultimi anni, la cui copertina racconta una storia prima ancora di iniziare a leggere il libro?

Risponderei che tutte le nostre copertine raccontano una storia, a volte persino una storia diversa da quella che troveranno, in un cortocircuito tra immagine a parola.

Tra le più recenti, il cerbiatto in 3D da guardare senza occhialini anticipa la straniamento che si prova a leggere Maestoso è l’abbandono di Sara Gamberini, un romanzo senza trama che nomina il mondo con una lingua nuova, mai ascoltata prima.

Il nautilus lucido della copertina di De l’infinito, universo e mondi di Sebastiano Vassalli ci permette di introdurre la natura enciclopedica dell’opera – un “manuale di esobiologia”, come lo definisce lo stesso autore – e allo stesso tempo, evocando una rappresentazione immaginifica che rimanda a Luigi Serafini, riconduce il lettore al cuore del testo, e dunque al suo obiettivo di passare in rassegna tutto l’immaginario fantastico e fantascientifico fino ad allora prodotto dalla letteratura, dal cinema, dal fumetto e dalle arti in genere.

Infine, la copertina di L’inarrestabile ascesa di Turi Capodicasa, che subito racconta un capovolgimento che il lettore troverà sin dalle prime pagine del romanzo. Se Stefano Amato, autore del libro, sovverte convinzioni e pregiudizi attraverso una storia che rende vincitori gli esclusi, potenti le vittime, popolari i dimenticati, Maurizio Ceccato, autore della copertina, ci fa girare il libro tra le mani in una giravolta continua.

di Denise Nobili

Questo è un articolo del Giornale della Libreria.

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