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Gli agenti letterari a Più libri. Il punto di vista di AC2

17 novembre 2016

Da 15 anni Più libri è un importante spazio di scambio e confronto per tutte le professionalità che gravitano intorno al mondo del libro. Non solo editori, ma anche agenti letterari, librai, bibliotecari, insegnanti e traduttori.
Oltre al ricco programma di incontri professionali che anche quest’anno animeranno la fiera, un ruolo fondamentale in questo senso è svolto dal Fellowship Program, organizzato in collaborazione con l’Agenzia ICE e con il supporto di Aldus, il network delle fiere del libro europee, che permette agli operatori stranieri di esplorare nuove opportunità commerciali in Italia. Il Fellowship si svolgerà nelle prime due giornate di fiera (7 e 8 dicembre) e sarà un’occasione per gli editori e gli operatori del settore per incontrare editori stranieri interessati agli autori e ai libri italiani.
Tra le agenzie letterarie più affezionate al Fellowship di Più libri c’è sicuramente AC2, fondata da Anna Mioni a marzo del 2012, che offre una vasta gamma di servizi ad autori e a case editrici sia italiane che straniere.
«Lavoro nell’editoria dal 1997 come traduttrice letteraria – racconta Anna Mioni – con un paio di parentesi come editor in casa editrice (Franco Muzzio/Arcana, poi Alet edizioni). L’idea dell’agenzia nacque proprio lavorando nell’ufficio diritti di Alet; nel 2012 finalmente ho potuto avviare il progetto AC² Literary Agency e farvi confluire anche l’esperienza acquisita come editor e traduttrice. L’agenzia è partita rappresentando un gruppo di autori italiani di narrativa, ma con la presenza costante alle fiere internazionali continuiamo ad aumentare il numero di agenzie e di editori stranieri che rappresentiamo, sia nell’ambito della narrativa per adulti e ragazzi che degli illustrati per bambini e adulti, del mind and body e dell’editoria accademica. Inoltre abbiamo cominciato man mano a rappresentare all’estero il catalogo di vari editori italiani. In parallelo io continuo a tradurre e tengo conferenze e lezioni su traduzione ed editoria».

Quali sono le direzioni che prenderete per i prossimi mesi?

In futuro vorrei concentrarmi sempre di più sulla rappresentanza di editori italiani e stranieri e di agenzie internazionali, che presentano un prodotto di qualità già selezionato a monte e quindi più interessante per gli acquirenti. Il mercato della narrativa italiana, invece, soffre di una sovrapproduzione di manoscritti che lo portano a essere troppo frammentato e ormai quasi saturo.
A quante edizioni di Più libri più liberi ha partecipato? Quali sono dal suo punto di vista i punti di forza di questa fiera?

Il mio rapporto con la fiera è nato come traduttrice; si può dire che ho partecipato a quasi tutte le edizioni di PLPL salvo due o tre, di volta in volta come traduttrice (e interprete o relatrice agli incontri), come editor e adesso anche come agente letteraria. Se esistesse una tessera fedeltà, credo che avrei raccolto già moltissimi punti.
Uno dei principali punti di forza della fiera è quello di dare la possibilità di incontrare nello stesso luogo le tante realtà indipendenti che sono sparse sul territorio della penisola, e di vederle esprimere le proprie proposte senza che la loro voce venga sommersa da quella degli editori più grandi che hanno mezzi più potenti. Mi sembra una grande occasione democratica per accedere a proposte che altrimenti, purtroppo, stentano ad arrivare sugli scaffali delle librerie. E la possibilità di sentirsi raccontare i libri dalla viva voce di chi li fa.
Certo, mi piacerebbe che fosse un po’ più chiara la distinzione tra editori di progetto che investono di tasca propria per pubblicare i propri autori, e chi invece offre servizi di tipografia a pagamento.

Quali indicazioni darebbe a un agente letterario per consigliargli di partecipare a Più libri? E a un potenziale visitatore?

A un agente letterario direi di non perdersi gli incontri con gli editori stranieri invitati dalla Fiera: ogni anno nascono contatti interessanti. Poi suggerirei di prendersi del tempo per dialogare con gli editori indipendenti sulla loro linea editoriale, che spesso è più definita e coraggiosa di quella dei grandi gruppi, e a volte sa dare spazio a libri più arditi e originali. A un potenziale visitatore professionale direi di seguire i dibattiti sull’editoria e quelli per i professionisti del settore, e di farsi raccontare dagli editori le loro scelte di catalogo. Nessuno sa spiegare un libro meglio di chi l’ha scelto e stampato. A un visitatore che partecipa per passatempo, consiglio di lasciarsi guidare dall’istinto tra le tantissime proposte di incontri e le offerte di libri difficili da trovare altrove.

Antonio Lolli


Questo è un articolo della newsletter di Più libri più liberi a cura del Giornale della Libreria, per consultarla clicca qui.

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