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Exòrma. Viaggiare in molti mondi possibili

16 novembre 2018

Il nostro viaggio alla scoperta della ricchezza della piccola e media editoria italiana ci porta oggi a raccontare la storia di Exòrma edizioni, una casa editrice nata a Roma a partire dall’esperienza di uno studio di progettazione grafico-editoriale attivo dal 1985 e diretto da Orfeo Pagnani e Maura Sassara. Nel logo di Exòrma la lettera «epsilon» e la «ò» tagliata in basso, che ricorda la forma dell’«omega», evidenziano la radice di un verbo greco, la cui traduzione potrebbe essere «mollare gli ormeggi». E infatti il tema del viaggio e della sua dimensione letteraria sono elementi che caratterizzano la produzione della casa editrice.

Exòrma partecipa a Più libri ininterrottamente dal 2010 e quindi ha vissuto direttamente anche il trasferimento della fiera alla Nuvola. «Il bilancio del 2017 alla Nuvola è stato più che positivo – racconta Maura Sassara –. La nuova sede ha consentito di riunire tutti gli editori indipendenti in un’unica grande sala a tutto vantaggio del pubblico che può spaziare su tutti i cataloghi con estrema comodità. Certo, la possibilità di visitare la Nuvola ha attirato un gran numero di visitatori, non necessariamente interessati alla fiera libraria, ma in generale il pubblico si è rivelato motivato e attento. Tutte le nostre presentazioni hanno avuto successo: le sale piene e il coinvolgimento delle persone hanno dimostrato la voglia di incontro e di approfondimento. Sicuramente positive anche le vendite e la visibilità».

 

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Ma partiamo dalla casa editrice. Può fare un bilancio degli ultimi anni?
 
La storia di Exòrma edizioni è iniziata con un buon abbrivio e ha avuto una accelerazione costante; oggi possiamo contare su alcuni long seller nel nostro catalogo. Riteniamo di essere riusciti a delineare in modo preciso le nostre collane e questo è stato uno degli obiettivi fin dall’inizio.
Per la narrativa abbiamo fatto scelte rigorosissime, basandoci principalmente sulla qualità di scrittura che deve essere sempre molto alta, cercando di trovare un rimedio all’agonia della prosa; provando a sbarrare il passo ai luoghi comuni e all’omologazione dei contenuti, alle strettoie dei generi. Come dice Paolo Morelli, autore di Né in cielo né in terra, in una sua provocatoria «chiamata alle armi»: «Ai pochi coltivatori di prose rimasti ci rivolgiamo, ai delinquenti (in senso etimologico)…». L’impegno a mantenere alta la qualità e l’attenzione al valore estetico del libro ci hanno consentito di consolidare l’identità e garantire la riconoscibilità del marchio.

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Quali sono le novità previste nei prossimi mesi?

Fra le novità che usciranno nei primi mesi del 2019 vorrei evidenziare in particolare tre titoli.
A gennaio uscirà Verso il bianco, diario di viaggio sulle orme di Robert Walser di Paolo Miorandi, un diario di viaggio a Herisau, nella Svizzera tedesca, dove Robert Walser ha vissuto, internato in manicomio per ventitré anni, la parte finale della sua vita. Questo testo si costruisce come una costellazione di frammenti, visioni, ricordi, sogni, paesaggi e allo stesso tempo è un resoconto autobiografico di un passaggio esistenziale, «l’attraversamento del silenzio e il ritorno alla parola, non più vissuta come tentativo di arginare la paura di fronte allo svanire delle cose, ma accettando ciò che sempre, al fondo, la parola rappresenta: la rivelazione di una scomparsa».
La seconda novità è inserita a pieno titolo nella collana di narrativa quisiscrivemale: in L’idioma di Casilda Moreira dell’argentino Adrián N. Bravi. Due anziani, Bartolo e Casilda, sono i due ultimi parlanti di un’antica lingua della pampa che si credeva scomparsa da tempo. Ma i due non si rivolgono la parola da molti anni, per via di una lite amorosa che hanno avuto da giovani, e da allora quella lingua se la tengono stretta nella testa. Come fare per impedire che si perda per sempre? Annibale, allievo di un professore di etnolinguistica che gli ha parlato di questa storia, decide di recarsi nel piccolo villaggio dei due anziani per cercare di metterli insieme e recuperare qualcosa di quell’idioma che sta scomparendo.
Il terzo libro uscirà nella nostra collana ammiraglia Scritti Traversi: Itaca, l’isola dalla schiena di drago di Luca Baldoni. La mitica isola è una dorsale che emerge bruscamente dal mare, una schiena di drago ricoperta di un verde fittissimo che giunge quasi a toccare l’acqua. L’autore intraprende un viaggio di esplorazione: il paesaggio e gli itinerari naturalistici fanno spazio a succose digressioni, al mistero della «questione omerica». Il periplo dell’isola diventa occasione di incontro con una città bizantina scomparsa, con le cartine dell’ammiragliato veneziano, con archeologi-avventurieri d’inizio Ottocento, la scoperta del «tesoro di Itaca», i tasselli ultimi degli scavi del Novecento… Insomma, un libro che si colloca perfettamente nel solco della nostra collana di letteratura di viaggio e dove il lettore ha la certezza di aver finalmente «mollato gli ormeggi».

Tornando a Più libri, quali progetti avete in programma per questa edizione?

Quest’anno rilanceremo presentando I sogni di un digiunatore di Paolo Albani, domenica 9 dicembre, e insieme all’autore ci saranno Paolo Morelli e Giorgio Vasta; poi sarà la volta di La minuscola di Mario Valentini, sabato 8 dicembre, in compagnia di Nadia Terranova.
Exòrma investe molta energia nella preparazione di Più libri più liberi. Ad esempio, ogni anno organizziamo un evento di grande impatto, Blogger in stand: tanti blogger da tutta Italia «adottano» i nostri libri, da quelli di catalogo fino alle ultime novità; ognuno sceglie il titolo che ha più amato e lo racconta in diretta video dal nostro stand; tutto il materiale viene poi pubblicato e condiviso in rete.
Quest’anno l’evento sarà anche seguito da Robinson di Repubblica che ha voluto organizzare, in collaborazione con Exorma, un incontro all’Arena Robinson con alcuni dei nostri «blogger in stand» coordinato da Maria Anna Patti.

Quali interventi potrebbero essere pensati per migliorare ulteriormente l’esito della fiera?

Dal punto di vista logistico sarebbe opportuno curare maggiormente il catering e le zone relax. Una fiera è sempre entusiasmante ma anche faticosa. È importante che il pubblico, gli espositori e tutti gli ospiti possano fare una pausa gustando un buon piatto caldo e riposare in aree dedicate.

Come sono le aspettative per l’edizione 2018?
Molto alte, è ovvio!

di Antonio Lolli


Questo è un articolo della newsletter di Più libri più liberi a cura del Giornale della Libreria, per consultarla clicca qui.

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