(Note sulla luce e sulle immagini)
Lectio magistralis di Riccardo Falcinelli
A cura di Più libri più liberi
“Libro d’ombra” è un breve saggio del 1933 in cui Tanizaki tesse un elogio delle qualità della luce e della sua assenza, mostrando come l’elettricità abbia impoverito l’esperienza estetica e la vita più in generale. A distanza di quasi un secolo il rifiuto della corrente elettrica sembra una bizzarria, e invece può rivelarsi un modo suggestivo per imparare a “vedere”. Di quanta luce abbiamo davvero bisogno al lavoro? Che tipo di ombre vogliamo a colazione? Che tipo di penombra in bagno? Tanizaki è noto soprattutto per i suoi romanzi erotici, per i suoi personaggi dominati da pensieri fissi, morbosi, idiosincratici, spesso violenti. Nel “Libro d’ombra” sposta questa mania dall’erotico all’estetico, e lo fa con sconfinata ironia. L’ossessione per la luce e per l’ombra – come sanno bene gli artisti – è di tipo particolare e richiede disciplina. Tuttavia c’è una ricompensa: solo chi accetta questa mania senza resistergli scoprirà, per paradosso, come essere davvero libero. Almeno riguardo alle immagini.