Il 2021 ha segnato un’importante ripresa per l’editoria italiana di varia, dopo le difficoltà dei due anni precedenti. La previsione per la fine dell’anno è una crescita tra l’11% e il 16%.

Il settore preso in considerazione è quello dei libri a stampa di narrativa e saggistica, venduti nelle librerie fisiche e online e nella grande distribuzione. Solo nei primi nove mesi dell’anno l’aumento delle vendite registrato in quest’ambito è stato del 29% rispetto al 2020, per un totale 1.037 milioni di euro. Il valore complessivo delle vendite (a prezzo di copertina) che si prospetta per il 2021 oscilla tra i 1,6 e i 1,7 miliardi di euro.

Questo è quanto emerso dall’analisi di mercato condotta periodicamente dall’Associazione Italiana Editori con la collaborazione di NielsenIQ. Gli indici di crescita previsti sono il risultato della somma dei valori registrati nei primi nove mesi del 2021 e, rispettivamente, dei valori del 2019 e di quelli del 2020.

Si è registrata, inoltre, un’importante ripresa delle vendite nelle librerie fisiche, così come evidenzia Ricardo Franco Levi, presidente di AIE, che ha affermato: «Dopo il sorpasso subito nel 2020, le librerie fisiche sono tornate a vendere di più delle librerie online, che comunque dopo la pandemia confermano il loro ruolo di primo piano».

La crescita ha interessato uniformemente tutti i generi: dalla narrativa alla saggistica, con un boom di vendite per i libri su giochi e tempo libero, ma anche fumetti e attualità politica.

Un dato interessante si registra, in particolare, per i libri di catalogo, le cui vendite sono aumentate del 19% rispetto al 2019, superando quelle dei titoli nuovi (+12%). Nella classifica dei libri più venduti del 2021, sono numerosi infatti i titoli pubblicati nel 2019 e 2020. La grande diffusione delle librerie online, che permettono di scegliere tra un gran numero di titoli di catalogo, segna un cambiamento importante per il settore. «L’editoria italiana è sempre meno dipendente dai best seller e dalle novità, cresce il ruolo del catalogo e le vendite sono diffuse su un maggior numero di titoli» ha sottolineato Levi.

Rimane, invece, invariato l’equilibrio di mercato tra i primi cinque gruppi editoriali – che si spartiscono il 45,2% del mercato – e gli altri editori – che ne detengono il 54,8%.