I dati sull’Italia della lettura parlano chiaro: scende al 56% la percentuale di lettori italiani e chi legge lo fa più di prima.
I lettori dai 15 ai 75 anni passano dal 65% del 2019 al 56% di quest’anno e il calo maggiore si registra tra gli adolescenti dai 15 ai 17 anni. Aumenta, invece, il numero medio di libri a stampa, ebook e audiolibri fruiti – 7,8 contro i 7,2 del 2020 e i 6,6 del 2019 – e il tempo medio dedicato alla lettura: il 15% della popolazione legge un’ora al giorno contro il 9% di due anni fa. Il mercato è sempre più concentrato nelle mani dei lettori forti che leggono una media di 17 libri l’anno, 3 in più del 2020, e comprano in media 12,3 libri, due e mezzo in più dello scorso anno.
I risultati del progetto di ricerca sulla lettura sono stati presentati al Salone internazionale del Libro di Torino nel convegno Leggere in pandemia #1 – Nuovi percorsi di lettura degli italiani  e sono il risultato della collaborazione tra il Centro per il libro e la lettura (CEPELL) e l’Associazione Italiana Editori (AIE).
La vera emergenza messa in luce dalla ricerca è la disparità all’interno della società italiana: essere o non essere lettori sembra correlato direttamente al proprio livello sociale, economico e culturale oltre che all’area geografica di residenza. «È da tempo che diciamo che la lettura è un’emergenza nazionale» afferma il presidente dell’Associazione Italiana Editori Ricardo Franco Levi.
Queste, in aggiunta, le parole del presidente del Centro per il libro e la lettura Marino Sinibaldi. «Oltre al calo dei lettori, c’è una preoccupante polarizzazione sempre più netta tra chi legge da sempre e lo ha fatto in questi mesi di più, acquistando più libri e dedicandoci più tempo, e chi alla lettura non si avvicina. Il divario si è approfondito, come altre disuguaglianze durante la pandemia. Le differenze geografiche, anagrafiche, di genere, di reddito pesano sulla lettura ancora più che in passato. Questo è oggi il campo della sfida e di un necessario cambio di rotta. Non possiamo deludere le attese di un pubblico di lettori forti ed esigenti. Ma dobbiamo concentrare impegni, azioni e anche fondi per ridurre quelle disuguaglianze che sono un grave problema culturale, sociale e infine politico».
Cresce, infine, il divario Nord-Sud: mentre al Nord i lettori, in tre anni, passano dal 63% (2019), al 60% (2020) e infine al 59% (2021), al Sud dal 41% del 2019  e dal 40% del 2020 si arriva al 35% del 2021.