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Articolo di Andrea Pennywise

Uno stato di quiete apparente, quello del pensatore completamente assorto nelle sue divagazioni. Un’immagine lontana, quasi ottocentesca, quella di chi seduto davanti un panorama ha il coraggio di porsi domande.

Questo il caso, tutto contemporaneo, di Dany Laferrière e de L’arte ormai perduta del dolce far niente(66thand2nd).

Mentre il tempo scorre pagina dopo pagina, mentre fuori dalla finestra il mondo va avanti, nasce la sorpresa per un libro atipico. Né romanzo né narrazione complessa ma una raccolta vera e propria di pensieri.

Ed è così che questo autore di origine haitiana ci condurrà nelle sue riflessioni strettamente legate alle sue esperienze personali. La vita di un uomo cresciuto nella dittatura e il suo viaggiare -fisico e non- verso le mete più diversificate.

Il punto di arrivo come quello di partenza sembrano non esistere, a favore di una serie di linee, le strade del mondo, e del loro rapporto con l’arte del dolce far niente. Proprio dal nulla, di divagazione in divagazione, questo libro mondo riempie il quotidiano di ritmo, comunicazione, movimento, sensi e letteratura.

La letteratura è una finestra da cui prende il volo lo spirito che la nazione tenta invece di tenere rinchiuso.

Laferrière risulta essere pungente, pronto a puntare il dito contro i difetti del quotidiano, verso il potere radicato in una società non sempre funzionante e la guerra da sempre pronta a ribellarsi contro il nulla.

E così, nel sottosuolo della vita, si balla una danza a tre: il sesso facile, le risate sguaiate e la morte oscena.

La sorpresa di scoprire una voce ironica, pronta a coinvolgere qualsiasi tipo di lettore attraverso una voce cristallina e coinvolgente. Appropriandosi di un’arte tutta da riscoprire, lasciandosi trasportare in considerazioni inedite servendosi della poesia e della letteratura come antidoto al fallimento.

Qual è la differenza tra arte e cultura? L’arte appare solo quando si è disposti a mettere a repentaglio la propria cultura.

L’arte ormai perduta del dolce far niente mi ha ricordato come il porsi domande sia un atto coraggioso e come il dare risposte siano gesti destinati solo ai pensatori più brillanti. Questi ultimi non sono spariti, sono vivi, sotterranei e riescono, come nel caso di Laferrière, ad imporsi con consapevolezza.

Leggere per mettersi in discussione, come la migliore letteratura ma nella forma di un’arte perduta e pronta a salvarci.