I veri rivoluzionari? Sono gli agricoltori e i viticoltori indipendenti.
L’ultimo libro di Jonathan Nossiter, Insurrezione culturale pubblicato dalla casa editrice Derive Approdi, sostiene la causa di una nuova “ecologia della cultura”, una proposta concreta e vigorosa per riscoprire un ruolo e un approccio al lavoro intellettuale in grado di sopravvivere alla velocità dei tempi.
Che il mondo contemporaneo sia vittima di un’accelerazione esponenziale degli eventi collettivi e degli impegni personali, che non ci sia il tempo per riflettere sui grandi sconvolgimenti sociali in atto e che si sia annullata la distanza critica tra i fatti e la loro percezione è ormai opinione comune. Ciò che invece lo è molto meno è l’idea che questo processo di accelerazione della storia abbia mietuto una vittima illustre: la cultura.
L’insurrezione culturale di Jonathan Nossiter e del ricercatore Olivier Beuvelet prende le mosse proprio dalla coscienza di questo delitto: «Non vi è oggi alcun attore culturale che non si ponga la domanda della propria sopravvivenza in un mondo che li sta espellendo a una velocità e con un’efficacia fin qui inedite nella storia della civiltà».
Per il regista di Mondovino, il film del 2004 su potenti e poeti delle vigne, siamo alla vigilia di un disastro: tra effetto serra e globalizzazione l’uomo rischia l’estinzione. Quali supereroi salveranno il pianeta? Gli artisti artigiani, quelli del movimento del vino naturale, che irrompono con altri modelli, altre storie, altre possibilità di pensare al mondo. Sono quegli artigiani-ecologisti della terra che hanno dimostrato che è possibile innovare il modello di produzione con un’etica della qualità e del benessere.
La descrizione dei vignaioli, storia dopo storia, ci permettere di conoscere anche alcuni dei nomi più noti della scena del vino naturale italiano, come Nino Barraco, Nadia Verrua, Stefano Bellotti, Stefano Borsa e Giovanna Tiezzi, oltre al padre, per Nossiter, della cultura naturale del vino: Emidio Pepe, descritto come un «contadino abruzzese di oltre 80 anni che assomiglia al Burt Lancaster del Gattopardo».
È da questa «contro-globalizzazione», rappresentata dagli agricoltori e dai vignaioli liberi, che si dovrebbe prendere spunto per fondare una “ecologia della cultura”, ribelle agli imperativi della velocità contemporanea e libera dalla logica del consumo, perché «il consumo di cultura ne sancisce la morte».
Jonathan Nossiter è un regista brasiliano-americano. Tra i suoi film Sunday (Gran premio al Sundance), Mondovino (candidato alla Palma d’oro a Cannes) e Resistenza Naturale (Festival di Berlino). Il suo libro Insurrezione culturale pubblicato in Italia da Derive Approdi si rivolge «a tutti coloro che ritengono che la cultura sia essenziale alla loro sopravvivenza».